Forse le emozioni vissute in quell’indimenticabile 2016 dai tifosi del Leicester sono veramente irripetibili. Eppure, anche se ridimensionato, il progetto vincente della presidenza indonesiana continua a regalare soddisfazioni.

Calcio
di Paolo Sinacore

@bigshotpaul

Da Ranieri a Maresca: ancora un italiano nel destino del Leicester


Nel fortino del King Power Stadium di Leicester c’è aria di déjà vu. A quelle latitudini, quando si parla di primati in classifica e tecnici italiani, non si scappa: la mente corre veloce a 8 anni fa, alla stagione del miracolo. In quella che poi si materializzò come una delle più grandi imprese sportive degli ultimi decenni, Claudio Ranieri guidò le Foxes a un’impronosticabile cavalcata culminata con la vittoria della Premier League. Da quel 2 maggio 2016 di acqua ne è passata sotto i ponti, ma, come spesso accade, corsi e ricorsi storici possono far rivivere esperienze e/o riprovare sensazioni passate. Ed ecco quindi che si arriva al giorno d’oggi: mister Enzo Maresca in panchina, e prima posizione in classifica; in Championship, a dirla tutta, e non in Premier League.


Credits | lcfc.com

Che le cose siano cambiate di molto è già stato detto: la scorsa annata è stata infatti quella della retrocessione, la prima dallo storico titolo già citato. Eppure da quel momento la dimensione del Leicester è stata tutto fuorché quella della “meteora”: se si esclude qualche anno di apparente sazietà, si segnalano altri due titoli in bacheca (FA Cup e Community Shield nel 2021) e due quinti posti in Premier. Alcuni risultati prestigiosi in Europa raccolti lungo il cammino, come la semifinale della neonata Conference League (2022) o i quarti in Champions League (2017), certificano la bontà del progetto messo in piedi dal compianto presidente Vichai Srivaddhanaprabha, tragicamente scomparso nel famoso incidente in elicottero del 2018. Gli investimenti da parte della proprietà indonesiana, al cui vertice è ora succeduto il figlio Aiyawatt, hanno continuato ad essere ingenti, segno di come le sorti del Leicester siano ormai legate a doppio filo alla società King Power.


Credits | lcfc.com

Le vicissitudini della scorsa stagione, culminate con il terzultimo posto e la conseguente retrocessione, potevano rappresentare l’inizio della fine di questa storia iniziata nel 2010. È invece stato il pretesto per organizzare un nuovo inizio: le oltre 100 milioni di sterline accumulate da cessioni eccellenti come quelle di James Maddison e Harvey Barnes hanno permesso alle Foxes di imbastire un mercato di lusso per la seconda divisione inglese. Se a un roster già rodato con giocatori di categoria superiore come Ricardo Pereira, Praet o Iheanacho, aggiungi giovani dal sicuro talento come Hermansen e Casadei (addirittura richiamato dal Chelsea in questa sessione di mercato), oltre a pedine affermate come Winks e Mavdidi, il risultato non può che essere vincente. Meriti vanno però anche all’allenatore, quell’Enzo Maresca che imparammo ad apprezzare nella sua lunga carriera di giocatore, grande protagonista nelle prime due vittorie del Siviglia in Europa League. Pochi però sanno che il suo percorso da calciatore professionista iniziò a soli 18 anni proprio in Championship (l’allora First Division) con il West Bromwich; ed è sempre oltremanica (dopo una breve parentesi in Italia) che il coach campano si è stabilito da allenatore, entrando a far parte dello staff di Pep Guardiola al Manchester City. Ha raccolto poi la sfida di riportare il Leicester in Premier League, e il viatico pare essere quello giusto: dopo 29 partite il vantaggio sulle più dirette inseguitrici è di 10 punti, un cuscinetto che potrebbe rivelarsi decisivo ai fini della promozione diretta.


Credits | lcfc.com

Chissà se, come 8 anni fa, il Leicester reggerà la pressione di trovarsi in vetta e porterà a casa il risultato. Magari, nel finale di stagione, potrebbe dare una mano un “vecchietto” terribile appena rientrato da un infortunio al ginocchio. Il 37enne Jamie Vardy, giunto alla dodicesima stagione in maglia blu, è l’ultimo baluardo (assieme a Marc Albrighton) di quello storico trionfo. Simbolo inossidabile e idolo indiscusso, è il vero filo blu che lega la squadra di Ranieri a quella di Maresca; per ricordare a tutti che, in fondo, niente è impossibile.


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