Il Softball azzurro si appresta a vivere da protagonista i prossimi appuntamenti. A guidare la truppa di coach Pizzolini, il Capitano Giulia Longhi: l’atleta dell’Esercito Italiano è un tassello imprescindibile della formazione azzurra, forte di un’esperienza ormai più che decennale ad altissimi livelli.

Softball
di Simone Colongo
@sim_uan

Giulia Longhi, orgoglio tricolore 


Nella Nazionale italiana di Softball, da sempre ai vertici in Europa, c’è rinnovato fermento dopo i risultati a livello mondiale dell’ultimo quinquennio. L’Italia è al 6° posto nel ranking assoluto, e per la prima volta da inizio secolo a questa parte la distanza dalle primissime non sembra incolmabile. Ne sono la riprova i due settimi posti agli ultimi Campionati del Mondo e ai World Games di Birmingham (di fatto validi come Campionati del Mondo), intervallati dalla tanto agognata partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021. Tra le figure di spicco, a indicare la via in questo nuovo corso pluridecorato del Softball azzurro, non può non essere citata il Capitano Giulia Longhi. La 30enne romana in forza all’Esercito Italiano sarà senza ombra di dubbio uno dei punti cardine della Nazionale nel lungo percorso che porterà alla manifestazione olimpica di Los Angeles 2028 (il Softball è stato escluso dal programma di Parigi 2024). L’esperienza del terza base, arrivata a oltre 130 presenze in azzurro con 5 medaglie europee nel proprio palmares (due ori, due argenti e un bronzo), sarà cruciale anche in vista di un altro grande obiettivo più ravvicinato, il Mondiale di casa del prossimo luglio. Un’occasione irripetibile per le ragazze di coach Pizzolini, visto che si tratta solo della seconda volta che tale competizione si svolge nel vecchio continente. Archiviata pochi giorni fa la straordinaria parentesi con l’Inox Saronno, team col quale ha conquistato 4 trofei in 5 anni (tra cui lo Scudetto del 2022), Giulia si trova a un bivio fondamentale di questo percorso, dovendo scegliere la sua prossima squadra. Sarà il primo passo di questo nuovo lungo viaggio che, speriamo tutti, potrebbe portarci tra 5 anni in quel di Los Angeles.


Illustrazione | @sim_uan + @playmaino

Com'è nata la tua passione per il softball? Quando hai capito che sarebbe diventata la tua strada?

La mia passione per il softball è nata all’età di 8 anni quando Il mio primo allenatore, Riccardo Brandi, venne a scuola per insegnarmi questo gioco. Facevo la terza elementare e quell’anno dedicammo le ore di educazione fisica all’introduzione di questo sport. Ero abbastanza brava nel colpire la palla e mandarla lontano. Ricordo che quando facevamo le partite e arrivava il momento di scegliere le squadre tutti i compagni mi volevano nel loro team. Non c’è un episodio che mi ha fatto capire che sarebbe stata la mia strada. Tanti piccoli episodi lo hanno fatto, a partire dalle partite in categoria giovanile, fino ai tornei nazionali e internazionali.

Cosa si cela dietro alla scelta del #14 come numero di maglia?

In realtà è un motivo divertente. È il numero che ho scelto fin da quando ero bambina e non l’ho mai cambiato. Un giorno vidi un film di basket dove il playmaker, protagonista della storia nonché leader, aveva il numero 14. Il caso volle che in quei giorni la società mi chiese che numero volevo sulla casacca perché stavano riordinando le divise… non ci pensai due volte e dissi : “quattordici!”. 

Sei il simbolo della generazione d’oro dell’Italia del softball, Capitano dal 2022, tra le 15 atlete con più presenze in Azzurro. Cosa significa per te rappresentare l'Italia nelle tante competizioni internazionali a cui prendi parte?

Leggendo queste parole, “generazione d’oro”, provo veramente tanto orgoglio. Sinceramente mi sembra ieri quando ricevetti la mia prima chiamata nella Nazionale seniores. Invece fu 11 anni fa. Quindi ci possono stare tutte queste presenze. Io mi sono innamorata della maglia azzurra dal primo momento in cui l’ho messa. Tutto ciò che faccio in allenamento e fuori, lo stimolarmi a dare sempre il massimo è in funzione della Nazionale. Rappresentare l’Italia significa rappresentare un movimento e tutte le persone che ne fanno parte (Federazione Italiana Baseball Softball), un paese e una cultura. Quando sento l’inno di Mameli scatta in me e nelle mie compagne di squadra un senso di patriottismo. Io dico sempre che si vince dall’inno. Bisogna cantarlo a squarciagola.


Credits | REUTERS / Jorge Silva

Tra le tue numerose vittorie in Squadre di Club spiccano i 3 titoli nazionali a Bussolengo e il “Triplete" (Campionato, Coppa Italia e Campionati Europei) del 2022 nell'Inox Team Saronno. Per un'atleta del tuo calibro, quale apporto ha fornito l’appartenenza al Centro Sportivo dell'Esercito Italiano nel raggiungimento dei tuoi obiettivi sportivi?

L’Esercito Italiano mi ha permesso di continuare a praticare lo sport che amo come atleta professionista. Dopo la qualificazione olimpica per Tokyo 2021 mi ha accolto nella sua famiglia, e sarò sempre grata di questa opportunità. Indossare l’uniforme e poter rappresentare l’Esercito e l’Italia è per me motivo di grande fierezza.

È di poche settimane fa la notizia del ritorno del Softball nel programma olimpico, a partire da Los Angeles 2028. A livello personale, cosa rappresenterebbe poter partecipare nuovamente dopo la splendida esperienza di Tokyo 2020? Cosa potrebbe significare, invece, per l'intero movimento?

Io credo che partecipare a un Olimpiade sia il sogno di tutti gli atleti. Tu pensi di essere pronto, ma in realtà finché non sei lì capisci di non esserlo mai. Il mental coach secondo me è uno dei ruoli chiave nella riuscita della performance. L’olimpiade di Tokyo non è stata come me la immaginavo. In primis perché il covid ha limitato l’evento e poi perchè cinque mesi prima della nostra prima partita abbiamo perso il nostro allenatore, Enrico Obletter, a causa del Covid stesso. Sai, fare un percorso di quattro anni con una personalità carismatica come la sua e poi non averlo più con noi da un giorno all’altro ci ha devastato. Io voglio arrivare a Los Angeles un po’ per rivincita personale, anche se prima dobbiamo vincere la qualificazione olimpica. Quindi la testa è focalizzata lì. Ora sono preparata, so cosa mi aspetta e cosa devo fare per essere al top a 360 gradi. Inoltre lo voglio fare anche per Enrico.

Quali interessi riesci a coltivare al di fuori del diamante?

Tutto ciò che faccio al di fuori del softball è legato allo studio dell’attività fisica. Mi piace andare in bicicletta, adoro viaggiare e la buona cucina.


Credits | KS / FIBS
 

SEGUICI SU INSTAGRAM
SEGUICI SU FACEBOOK
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER 

VISITA LO SHOP
SOSTIENI IL NOSTRO PROGETTO                         

︎



Contact

Email
Instagram

Facebook
Newsletter

Merchandising
Support Us
Cookie Policy

Privacy Policy
Manifesto

Ci impegniamo a realizzare un magazine inclusivo per tutti gli sportivi e gli appassionati del settore. Promuoviamo il dialogo critico e l’interscambio di notizie riguardanti ogni tipo di impresa sportiva. Non rincorriamo freneticamente il trending topic, evitando il clickbaiting. Diamo dignità allo sport, con ritmo ed etica lavorativa.
Team

Paolo Sinacore - Chief Editor
Simone Colongo - Art Director