A 21 anni non ancora compiuti, Danilo Sollazzo si appresta a vivere le Olimpiadi di Parigi 2024 da protagonista. Di certo le pressioni non mancheranno, ma il giovane in forza all’Arma dei Carabinieri non sembra essere particolarmente spaventato dal peso delle aspettative.

Tiro a segno
di Simone Colongo
@sim_uan

Il sogno olimpico di Danilo Dennis Sollazzo 


Dalla provincia di Varese alla conquista del Mondo; come direbbero gli americani: “Sky is the limit” per questo precoce talento del tiro a segno italiano. Danilo Dennis Sollazzo non è semplicemente un giovane di belle speranze alle prime armi: stiamo parlando, di fatto, di uno dei primi Azzurri a qualificarsi alle Olimpiadi di Parigi del 2024, manifestazione in cui sarà uno dei più seri candidati alla medaglia nella carabina da 10 metri. Nello specifico, è riuscito nell’impresa di qualificarsi con uno dei tanti sbalorditivi risultati d’inizio carriera, l’argento mondiale conquistato a Il Cairo nel 2022. Danilo rappresenta assieme a Sofia Ceccarello (con la quale ha da poco conquistato il bronzo europeo a Tallinn nel misto) non solo il futuro, ma anche e soprattutto il presente di questa disciplina.
Con tutti i riflettori puntati addosso, l’appuntamento olimpico sarà un altro banco di prova importante nel rapido processo di crescita del nativo di Casorate Sempione.



Complimenti per il gran finale in Coppa del Mondo! Un primo posto da incorniciare in quel di Rio de Janeiro. È il tuo secondo oro nella competizione dopo quello del 2022 a Il Cairo, località a te carissima. La capitale egiziana è infatti stata teatro del tuo argento mondiale nell’ottobre 2022, lasciapassare per le Olimpiadi parigine del 2024. 

Come si prepara un impegno olimpico? Sono in programma cambiamenti o integrazioni al tuo allenamento in vista della manifestazione a cinque cerchi?

Non so come si stiano preparando gli atleti delle altre discipline sportive; per quello che sto facendo io, sto dando molta importanza alla preparazione fisica in palestra e a quella mentale con lo psicologo della Nazionale. Un'altra grande parte è dedicata alla preparazione tecnica del tiro e anche alla scelta dell'attrezzatura da portare a Parigi. Dal momento in cui ho vinto il pass olimpico al Cairo, non ho apportato modifiche di spessore al mio modo di allenarmi.

Il primo provino in Nazionale è datato 2017, quando avevi appena 14 anni. Com’è nata, e quanto è radicata nel tempo la passione per questo sport?

La mia passione per questo sport si è rafforzata nel 2014, ma è nata nel periodo estivo del 2012, dopo che in una vacanza in Sicilia mi sono innamorato dello stand di tiro ad una fiera, uno di quelli in cui si spara alle lattine; e da lì per coltivare la mia nuova passione, mio padre decise di portarmi in poligono a provare il tiro sportivo. Inizialmente ero impossibilitato a frequentarlo poiché il poligono vicino casa era stato chiuso per colpa di un incendio, ed è per questo che la mia carriera sportiva ebbe ufficialmente inizio due anni dopo, in un'altra sede.

Pur essendo giovanissimo, hai già affrontato diverse sfide a livello Europeo e Mondiale. Avrai sicuramente interiorizzato tutta la routine che passa dal prendere la mira allo sparo. Riusciresti a descrivere quei frangenti apparentemente infiniti e carichi di tensione?

Durante le gare di rilevante spessore, tendenzialmente vado incontro a tre momenti principali di tensione: il primo possiamo definirlo come il "pre-gara" ovvero il periodo nel quale ci avviciniamo alla competizione; in questi frangenti arrivano pensieri negativi e positivi, e l'abilità dell'atleta sta nel filtrarli e usarli a proprio vantaggio. Questa capacità si ottiene dopo aver fatto moltissima esperienza, con allenamenti mirati.
Il secondo momento è quello della "gara", nel quale devi riuscire a mantenere un elevato livello di concentrazione per riuscire a sparare ogni singolo colpo come se fosse l'unico; qui il trucco sta nell'entrare in una sorta di "flow" mentale, indirizzato a mantenere un'altissima costanza in tutti i 60 colpi della competizione, senza far deviare la mente dal focus originario, portando qualità e precisione sul bersaglio.
Il terzo momento è quello della finale, fase in cui si vive il livello di tensione maggiore, poiché ci si ritrova sotto lo sguardo diretto di tutti gli spettatori che tifano per te o, ancora peggio, contro di te. In finale non puoi permetterti di commettere degli errori rilevanti, consistendo in soli 24 colpi chiamati a tempo. Non puoi avere alcun momento di pausa: in pochi minuti ti giochi il tutto per tutto, la tensione sale alle stelle e il corpo inizia a rilasciare adrenalina, il tuo focus aumenta fino a livelli impossibili da immaginare a meno che tu non abbia già vissuto sulla tua pelle una situazione del genere. Le mani sudano e i muscoli si irrigidiscono, diventi un tutt'uno con la linea e con la carabina. Sta solo a te riuscire a mantenere un minimo di lucidità in un momento così difficile, resistendo al mare di emozioni che ti travolgono incessantemente.

Quanto conta la vicinanza di un campionissimo come Niccolò Campriani (vincitore di tre medaglie d'oro e una d'argento ai Giochi Olimpici) nel gestire questi momenti?

Personalmente non ho mai avuto un idolo di alto livello a cui ispirarmi, come può essere ad esempio Niccolò. Non riscontro quasi alcuna somiglianza sportiva con altri atleti professionisti. Sostanzialmente cerco sempre di superarli diventando migliore di loro. In pratica cerco di creare la mia strada, in modo che diventi la mia soltanto, senza seguire l'impronta di altri.

Quanto è importante per un ragazzo che si approccia al grande palcoscenico il supporto di un’Arma storica e iconica come quella dei Carabinieri?

Posso affermare che l'aiuto del gruppo sportivo dell'Arma dei Carabinieri per un ragazzo agli inizi della sua carriera sia fondamentale, poiché dà un grosso aiuto finanziario per fronteggiare le elevate spese dell'attrezzatura, permettendo così all'atleta di intraprendere un deciso sviluppo tecnico e personale, e influendo quindi positivamente sui risultati delle competizioni. Sono molto orgoglioso di far parte di un corpo così illustre.

Al netto degli impegni sempre più pressanti legati alla tua disciplina, riesci a ritagliarti del tempo libero per le tue passioni al di fuori della pedana? Quali sono tuoi hobby?

Al di fuori delle competizioni non ho molto tempo da poter dedicare a me stesso, ma riesco comunque a svolgere molte delle attività che mi aggradano. Come ad esempio l'esercizio fisico, la lettura di fumetti e la visione di serie animate; l'attività che comunque prediligerò di più rimarrà sempre il tiro; quando si dice: "rendere la propria passione un lavoro".
 

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