Riuscire a gestire le infinite dinamiche della vita privata non è facile per nessuno, figuriamoci per uno sportivo professionista. Ma in alcuni rari casi, può addirittura capitare che sfera sentimentale e professionale si sovrappongano.

Pattinaggio
di Simone Colongo
@sim_uan

L’amore ai tempi del figure skating


Questa è l’esperienza che stanno vivendo Sara Conti e Niccolò Macii, coppia nella vita e sul ghiaccio, dove si prodigano ormai dalla tenera età tra le mille evoluzioni del pattinaggio artistico. L’occasione però per ricreare la coppia in ambito sportivo è un’eventualità relativamente recente; eppure i risultati cominciano già ad arrivare.



Credits | FISG - Diego Barberi

Quando avete sviluppato l’idea di traslare il vostro rapporto in ambito sportivo?

Niccolò: L’idea è arrivata dall’ex allenatrice di Sara, Cristina Mauri, che sapendo che Sara non era più felice come singolarista e che io ero in cerca di una partner, ha buttato giù l’idea che poi è diventata realtà.

Sara: Verso la fine della stagione 2019 avevo deciso che la mia carriera da singolarista era ormai giunta al termine a causa di svariati motivi. Dopo questa decisione la mia precedente allenatrice mi propose una prova in questa nuova disciplina. Non diventò ufficiale nell’immediato, ma per me fu amore a prima vista.

Sara, quali step (mentali e tecnici) hai dovuto superare per passare dal singolo al pattinaggio di coppia?

La cosa per me più complessa è stata imparare a pattinare con una persona al mio fianco. La cosa fondamentale è rendersi conto che in coppia si sbaglia sempre in due.

Niccolò, per te che hai già pattinato in coppia con altre partner, quali sono le differenze più evidenti (e le maggiori difficoltà) nel fare tutto ciò con la propria compagna? La maggiore intesa di fondo è un fattore positivo, o è sempre l’aspetto tecnico ad avere il sopravvento?

Ovviamente l’aspetto tecnico gioca un ruolo fondamentale (con degli errori la pulizia della performance ne risente), ma la nostra intesa consente di creare qualcosa di magico che viene chiaramente percepito dallo spettatore.


Credits | FISG - Diego Barberi

Quanto è stata dura vivere la pandemia da separati nel vostro processo di crescita?

Niccolò: È  stato davvero faticoso... Con molti avvenimenti negativi nella nostra vita, l’unica cosa che volevamo era l’allenamento, la nostra valvola di sfogo. In più essere costretto per mesi lontano dalla mia metà è stato davvero difficile.

Sara: La pandemia è stato per me il momento più brutto della mia vita. Non avevo il ghiaccio, non avevo il mio compagno e di punto in bianco ho perso anche il mio papà. Passare la prima settimana senza Nik è stato difficilissimo, specialmente in un momento così nero. Ho ricominciato a stare bene quando lui è tornato tra le mie braccia.

Raccontateci le emozioni degli splendidi Europei di Tallin dello scorso gennaio, chiusi in settima posizione.

Niccolò: Che dire…  Emozioni incredibili e inaspettate. Ci siamo presentati con l’obiettivo di mostrarci per quello che siamo; abbiamo performato quasi al nostro massimo ed è piaciuto molto.

Sara: L’emozione dell’Europeo è partita dalla semplice convocazione. Realizzare di avere l’opportunità di prendere parte ad una competizione di quel calibro è stata per me la gioia più grande. Chiudere poi in settima posizione è stato sicuramente il riscatto dopo un brutto inizio di stagione.


Credits | FISG - Diego Barberi

A proposito della magnifica prestazione agli Europei: il percorso è ancora lungo, ma avete già dichiarato che l’Olimpiade di casa rappresenta un vostro reale obiettivo. Questo risultato può essere il vero trampolino di lancio verso Cortina 2026?

Niccolò: Sicuramente è stata un’ottima presentazione per la stagione che verrà. Purtroppo non abbiamopotuto migliorarci ai mondiali (dove ho contratto il COVID), ma con l’appoggio del nostro staff riusciremo a performare sempre meglio.

Sara: Milano-Cortina è passato dall’essere il nostro sogno a diventare il nostro obiettivo. I passi per arrivare a centrarlo sono tantissimi, ma sicuramente avere la possibilità di partecipare a mondiali, tappe di coppa del mondo e altre gare così importanti, ci fará entrare sempre più in quest’ottica.

La copertura mediatica della vostra disciplina, come per molte altre, è spesso legata alla manifestazione a cinque cerchi. Intravedete spiragli di miglioramento in tal senso, o al momento non vi disturba rimanere in secondo piano rispetto a sport più mainstream?

Il nostro sport è davvero bellissimo. Le percentuali di SHARE in televisione sono molto alte, ma essendo difficile da comprendere come viene aggiudicato un punteggio, sarà quasi impossibile che la visibilità migliori. Con dei cambiamenti radicali però la cosa potrebbe migliorare sempre di più.

Quali consigli dareste a una bambino/a che si avvicina al pattinaggio artistico?

Niccolò: È fantastico! In Italia viene erroneamente considerato sport prettamente femminile, ma a pensarci bene è molto freestyle. Questo sport è l’espressione di sé stessi. Dal pattinare su Vivaldi a ballare sui Black Eyed Peas, lascia spazio alla nostra personalità e questo rende liberi.

Sara: Sono fermamente convinta che le emozioni e le sensazione che è in grado di regalare questo sport difficilmente siano riscontrabili in altri settori. L’unione della danza e delle acrobazie rendono questo sport adatto a tutti, personalizzabile, dove potersi esprimere ed essere realmente se stessi.



Credits | FISG - Diego Barberi


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